A differenza delle altre ville della zona, che erano soggette alla pieve di Azzano, Corva apparteneva dal 1278 alla matrice di San Marco di Pordenone, da cui venne smembrata ed eretta in parrocchia nel 1719. Anche civilmente era soggetta alla signoria di Pordenone e il 20 gennaio 1248 fu concessa in feudo dall'imperatore Federico II a Mainardo di Prata.

Non si hanno notizie sulla chiesa primitiva; si sa invece che il 4 maggio 1559 i camerari stipularono un contratto per la costruzione di una chiesa nuova, che doveva essere «uguale a quella di San Lorenzo di Rorai». Questa seconda chiesa però, investita dalle acque del Meduna in piena, crollò, per cui nel 1754 se ne dovette costruire una terza, che tuttora sussiste, per quanto adibita a diversi usi.

La chiesa attuale, progettata dall'ing. Leo Girolami da Fanna, in stile neogotico, fu costruita negli anni 1939-1941, grazie anche al concorso di una munifica benefattrice, Maria Nardini di Pordenone, di cui si fa memoria in una lapide all'interno della chiesa. Fu benedetta e aperta al culto dal vescovo Luigi Paulini l'11 febbraio 1941 e consacrata dal vescovo Vittorio De Zanche l'11 febbraio 1967: i due altari laterali furono consacrati l'11 febbraio 1968 dall'ausiliare mons.

Roberto Carniello, vescovo titolare di Martana. La nomina del parroco spettava ai capifamiglia, che però l'8 dicembre 1974 rinunciarono al loro diritto, per cui attualmente la parrocchia è di libera collazione vescovile. L'abside della chiesa nuova si adorna di un grande mosaico, opera di Renato Gregorini di Venezia.